Marco Parente
Intervista su Neve ridens

Del Rock (www.delrock.it)

Neve ridens è il nuovo album di Marco Parente. In uscita venerdì 23 settembre, verrà seguito tra circa sei mesi da un «secondo capitolo» e presentato mercoledì 28 settembre con un particolarissimo live itinerante. Abbiamo intervistato il musicista fiorentino per saperne qualcosa in più.

Parliamo di Neve ridens, questo strano disco con una doppia uscita, magari partendo dal titolo, molto particolare. Parliamo di Neve ridens, questo strano disco con una doppia uscita, magari partendo dal titolo, molto particolare.

Il titolo è tutto giocato sul contrasto e, nel primo lavoro è cancellata la parola ridens, mentre nel secondo neve. È una trovata grafica, ma anche un'idea per unire i due lavori e nello stesso tempo caratterizzarli in modo molto netto, visto che rappresentano le due facce della stessa medaglia, soprattutto dal punto di vista musicale, dei suoni. Il lavoro nel suo intero si potrà considerare completato solo quando uscirà il secondo disco

Come mai farai uscire i due dischi a distanza di sei mesi l'uno dall'altro?

Questa decisione è stata precisa proprio perché questo non è un disco doppio nel senso classico del termine: ci sono differenze precise che un'uscita dilazionata evidenzia meglio. Avevo molto materiale a cui non volevo rinunciare e pubblicando un unico disco, per forza di cose molto lungo, avevo paura che qualcosa potesse sfuggire. Per esempio La trilogia del sorriso animale è composta da tre movimenti, ma sul primo Neve ridens comparirà solo l'ultimo dei tre. Ho cercato di favorire una certa attenzione all'ascolto, cercando di non saturare chi si avvicina al disco. Meglio due dischi brevi che uno molto lungo, in pratica

L'idea del doppio è nata all'inizio del progetto o si è fatta strada dopo?

È stato tutto deciso mentre si accumulava il materiale: un'idea mi ha portato a un'altra e a un'altra ancora, in modo anche indipendente. Alla fine, però, tutto è tornato, ricomponendosi quasi come un puzzle, trovando da solo una sua logica

Hai parlato del tuo disco precedente, L'attuale jungla, come della chiusura di un cerchio, con il quale finivi di esplorare le «anime» di Trasparente, portando a compimento un certo tratto del tuo percorso artistico: da questo punto di vista, Neve ridens è un nuovo punto di partenza?

Sì e no. Quel periodo si è sicuramente esaurito, ma il taglio non è stato così netto, nel senso che forse mi stacco molto da Trasparente ma mi ricollego di più ai miei primi lavori, come approccio strutturale a Testa, dì cuore e come freschezza a Eppur non basta. Con Trasparente, poi, avevo intenzione di fare molti incontri con un sacco di situazioni diverse (elettronica, big band, collaborazioni varie), con Neve Ridens no: la band è una, e tutto è affrontato in maniera più minimale ed essenziale, usando comunque tutti i colori e le possibilità che i pezzi e i musicisti che li suonano mi hanno offerto

In questi due anni hai fatto concerti di tutti i tipi: da solo, con la band, con un dj... Per questo tour come affronterai il palco?

Sarà un ritorno alla normalità, a un blocco unico. Adesso sento la necessità di portare avanti questo discorso in maniera quasi ostinata, con piacere ed entusiasmo, suonando i nuovi pezzi con la band, in modo che crescano e maturino. Voglio tornare ad andare in giro con una rock ‘n' roll band, tra molte virgolette, mettere un po' d'ordine nel mio percorso, in modo da non generare troppa confusione in chi mi segue: sono deciso e convinto e non voglio disperdere energie

Il 28 settembre a Firenze farai una presentazione molto ù particolare del disco...

È un'idea bizzarra, una presentazione itinerante. Lo faccio a Firenze perché è la città in cui vivo e perché ho potuto scegliere esattamente i posti che volevo. Il trait d'union è ovviamente il disco: parto alle 15 da Controradio; poi andiamo al sottopassaggio della Stazione e davanti a un negozio di dischi facciamo un po' i busker, anche con la band; quindi andremo in Feltrinelli dove faremo una cosa più performativa, quasi teatrale ( anche per annunciare un po' Il rumore dei libri, che farà parte della seconda parte della tournèe); poi saremo in una galleria d'arte e ci sarà un'interazione fra me e un videomaker: sarà come se io suonassi le immagini, attraverso effetti e programmi vari. È complicato da spiegare, ma l'effetto è proprio quello di suonare le immagini. Il finale, poi, verso le otto e mezza, sarà un set in una vetrina di un negozio di moda abbastanza famoso, in via Roma (annullata, sostituita dall'esibizione a Mannequin, San Jacopo Show, nota del webmaster). Sarò circondato da immagini, manipolate da Molly dj. Tutto verrà ripreso da una troupe, sia video che audio, perché vorrei realizzarne un dvd: proviamo a portare la musica in luoghi dove solitamente non c'è, in maniera meno classica rispetto alla solita promozione.

Parlavi de Il rumore dei libri, questo spettacolo che verrà associato alla seconda parte della tournèe...

Sì. Il secondo disco è diverso dal primo come approccio. È più minimale, meno suonato, forse, più riflessivo. Si adatta bene a essere associato al Rumore dei libri, che è uno spettacolo che ho già fatto un paio di volte. L'idea nasce dalle voci dei poeti. Abbiamo cominciato scaricando delle voci di poeti da Internet: ci sono delle specie di registratori, dei feticci di poeti, dei fantasmi, sui quali io intervengo, accompagnandoli o facendomi accompagnare, aiutato da Asso ed Enrico. È uno spettacolo fra il teatrale e il musicale, in cui le voci animano i poeti e danno luogo a una specie di rumore, per l'appunto, dei libri. Non molto tempo fa sono entrato in contatto con l'archivio di poesia sonora di Reggio Emilia di Ivano Burani, purtroppo scomparso: magari è una coincidenza, ma mi sono trovato di fronte un archivio enorme di poesia sonora degli ultimi trent'anni da cui poter attingere. L'archivio dovrebbe anche essere rilanciato attraverso la pubblicazione di cd con testi allegati: è materiale meraviglioso ma, purtroppo, sommerso

Quindi la seconda tournèe sarà diversa dalla prima...

Sì, stiamo cercando alti spazi come teatri e gallerie. Le prime reazioni sono state molto buone, anche da parte di persone che da anni lavorano nell'ambito della poesia sonora


Neve ridens, un giorno
Neve ridens


di Gianvittorio Randaccio

come vedo un bel fiore.. la prima cosa che mi viene in mente è di strapparlo alla terra